Una missione rivoluzionaria che apre le porte ai futuri viaggi su Marte. Ma cosa c’entrano i sottomarini? La curiosa novità
Se fino ad alcuni decenni fa pensare che l’uomo potesse raggiungere Marte era pura utopia oggi le cose sono molto diverse e, grazie alla ricerca e all’innovazione tecnologica in ambito aerospaziale, i progetti per mettere piede sul pianeta rosso si stanno, anno dopo anno, concretizzando.
Ebbene uno di essi è pensato proprio per le future missioni su uno dei pianeti del Sistema Solare che, in un lontano futuro, potrebbe consentire alla popolazione terrestre di viverci e prosperare. E prevede l’impiego di un sommergibile. Ma perché ‘immergersi’ quando l’obiettivo è coprire lunghe distanze nello spazio? C’è una precisa ragione.
Immergersi con il sommergibile per ‘raggiungere’ il pianeta rosso: i dettagli del progetto
I dettagli del progetto in questione sono davvero interessanti anche perché rappresentano la concretizzazione di un lavoro congiunto portato avanti dall’Agenzia Spaziale Europea di concerto con quella portoghese, in stretta sinergia con la Marina militare portoghese. Certamente questo potrebbe generare dubbi e domande nella popolazione: per quale motivo coinvolgere la Marina quando l’obiettivo è uscire dall’atmosfera terrestre ed iniziare un lunghissimo viaggio alla volte di Marte?
C’ è una precisa ragione: la collaborazione in questione prevede di utilizzare i sottomarini quali mezzi per la simulazione di missioni a tutti gli effetti simili a quelle nello spazio. Una sorta di ‘training’ ricreando un contesto del tutto simile a quello dei viaggi interstellari allo scopo di preparare missioni che consentano di andare oltre l’orbita terrestre bassa. “Siamo concentrati su ciò che accade all’interno del sottomarino” è stato sottolineato in un comunicato diffuso dopo la prima missione organizzata a bordo dell’Arpão.
Il sottomarino è infatti rientrato, dopo 71 giorni e con 30 sommergibilisti a bordo per il primo esperimento, alla base navale di Alfeite nei pressi di Lisbona. Ma si tratta della prima di una serie di missioni aventi, ognuna, specifiche finalità: “Vogliamo sapere – prosegue infatti la nota – qual è l’interazione sociale tra i sommergibilisti, come si evolve nel corso della missione e qual è il livello di stress psicofisico”. Il confinamento a bordo del sommergibile è infatti molto ‘fedele’ a quello previsto nel corso di un viaggio nello spazio e questo potrebbe consentire di effettuare una ricca serie di test finalizzati a futuri viaggi sulla Luna e su Marte.